Bere acqua del rubinetto è un modo pratico e semplice per risparmiare denaro, ridurre l’inquinamento e l’utilizzo/spreco di materie prime e fonti fossili, la produzione di rifiuti e pure il traffico sulle nostre strade.

L’acqua dei nostri rubinetti è potabile e controllata (a Reggio Emilia ad esempio è controllata quotidianamente da Ausl, Arpa e la stessa municipalizzata). Per chi non ama il sapore disinfettante basta semplicemente utilizzare il ‘trucco’ di lasciar decantare l’acqua un po’ in una caraffa o bottiglia aperta. Per chi la ama frizzante sono poi in vendita anche in Italia appositi sistemi (già in uso nel Nord Europa 10 anni fa) a ricarica per ‘gasarla’.

Un sistema più efficace è l’installazione di un impianto ad osmosi inversa, che consente di eliminare totalmente il disinfettante (in genere cloro) immesso per evitare la proliferazione batterica; e che consente inoltre di bloccare eventuale ruggine o residui presenti all’interno delle tubazioni, e togliere qualsiasi sapore, lasciando nell’acqua la giusta quantità di minerali ed oligoelementi.

Da varie analisi in molte zone, si è trovata una qualità dell’acqua in bottiglia bevuta in famiglia, peggiore di quella che usciva dal rubinetto, senza che fosse stata nemmeno filtrata!
Va tenuto in considerazione il fatto che recentemente è stato scoperto che la plastica rilascia delle sostanze al liquido che contiene… qualcuno forse già si era accorto; avete mai sperimentato che differenza evidente esiste tra il bere una coca in bottiglia di vetro ed una in bottiglia di plastica? Sono due cose diversissime.
Per i più dubbiosi o ‘schizzinosi’ facciamo un po’ di calcoli, che possono far riflettere su un gesto semplice che se moltiplicato per migliaia di persone può risultare rivoluzionario.

Ecco i numeri del costo ambientale/economico del bere ‘acqua in plastica’:

La produzione di un chilogrammo di PET, che servirà per produrre le bottiglie in plastica, richiede 17,5 chilogrammi di acqua e rilascia in atmosfera 40 grammi di idrocarburi, 25 grammi di ossidi di zolfo, 18 grammi di monossido di carbonio e 2,3 chilogrammi di anidride carbonica ( fonte Paul Mc Rande, The green guide, in State of the world 2004, Edizioni Ambiente, Milano 2004, pagg. 136-137).

Poiché una bottiglia in PET da 1,5 litri pesa 35 grammi, con un chilo di PET se ne fanno 30.

Per trasportare 45 litri d’acqua se ne consuma quasi la metà in produzione delle bottiglie in plastica!

Quanto paga e quanto inquina in un anno una persona che consuma acqua in bottiglie di plastica nella misura di 1 litro al giorno?

Trecentosessantacinque litri corrispondono a poco più di 40 confezioni da 6 bottiglie di 1,5 litri (240 bottiglie). Ai prezzi attuali il costo va da 90 a 200 euro all’anno. Tenete presente che 1.000 litri d’acqua potabile del rubinetto costano 1 EURO o poco piu’ in una città media del Nord Italia.

Per trasportare 15 tonnellate, che corrispondono a 10.000 bottiglie d’acqua da 1,5 litri, un camion consuma 1 litro di gasolio ogni 4 km (25 litri ogni 100 km). Ipotizzando una percorrenza media di 1.000 km, tra andata e ritorno (l’acqua altissima e purissima che va del Sud Tirolo alla Sicilia ne percorre molti di più), il consumo di gasolio ammonta a 250 litri, ovvero 250.000 cm3 che, divisi per 10.000 bottiglie corrispondono a 25 cm3 di gasolio per bottiglia.

Moltiplicando 25 cm3 per 240 si deduce che il consumo giornaliero pro-capite di 1 litro di acqua in bottiglia comporta un consumo di 6 litri di gasolio all’anno.

A questi 6 litri di gasolio vanno aggiunti:
– i consumi di petrolio per produrre le bottiglie di plastica (8 kg per 240 bottiglie);
– i consumi di gasolio dei camion che trasportano le bottiglie di plastica vuote dalla fabbrica che le produce all’azienda che imbottiglia l’acqua, dall’azienda ai rivenditori, e dei camion della nettezza urbana che le trasportano dai cassonetti agli impianti di smaltimento o riciclo;
- i consumi di benzina degli acquirenti nei tragitti casa – supermercato – casa e casa – cassonetti (se non si ha l’utile raccolta porta a porta) – casa.

Ipotizziamo quindi che il consumo annuo totale di combustibili fossili pro-capite di una persona che compri l’acqua in bottiglie di plastica sia di almeno di 8 litri di gasolio/benzina oltre gli 8 kg di petrolio.

Una famiglia di quattro persone, spende quindi ogni anno da 320 a 720 euro e fa bruciare almeno 32 litri di combustibili fossili per bere acqua in bottiglie di plastica invece dell’acqua potabile che sgorga dal rubinetto di casa.

A tutto questo si aggiunge poi la produzione di rifiuti che è stimata anche in un massimo di 12 chilogrammi a testa di rifiuti in plastica prodotti a famiglia, che se non riciclata, ma messa in discarica o bruciata, oltre al danno ambientale (diossine, nanopolveri ed altri inquinanti) comporta un nuovo spreco energetico (l’energia che si ricava dal bruciare plastica è minore di quella utilizzata per produrre l’oggetto) e di costi di smaltimento.

Che ne dite ? Apriamo la nostra fonte casalinga di ‘San Rubinetto’?

Un impianto Osmosan, migliora la qualità dell’acqua potabile già nelle nostre case, e permette di cucinare con un acqua priva di calcare e sostanze nocive, che non permettono di gustare il vero sapore del cibo.

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